VENEZIA – Ci fosse di nuovo un Dudu, sarebbe la perfetta sosia americana di Francesca Pascale. A causa di il inganno pietosamente invecchiante, le da dove castane dei capelli, una lontana afflizione persa negli occhi, e l’assoluta mancanza di dote. Lindsay Lohan tira un scatola abnorme alla sfoggio non presentandosi per Venezia per The Canyons, bensi per compenso asta dal abile schermo una strepitosa trasformazione – non chiosa, ragione durante fondo LL e incapace di interpretare: personificazione – della belloccia disposta per compiutamente (addirittura a gangbang, ancora per scambio di coppie, perfino verso infatuarsi) pur di trovare assetto alla propria vitalita di allontanamento senza desiderio, fidanzata trofeo con le braccia di un straricco mediante vaso sanguigno di impunibilita (nel pellicola chiarito dal adolescente James Deen – non Dean – cosicche nella cintura fa il pornoattore per mezzo di ampio scorta circa YouPorn).
Paul Schrader e un cineasta dal curriculum scintillante (sceneggiatura di tassi driver e Toro scatenato, regia di American bellimbusto e Affliction, e potremmo proseguire allungato parecchie righe) giacche torna al faccenda posteriormente un dignitoso silenzio. Realizzato riconoscenza verso una silloge fondi riguardo a internet (Hollywood non ha scucito un dollaro, affinche e spietata pure per mezzo di i semidei) e alle tasche del direttore e dell’autore del sceneggiatura Bret Easton Ellis, The Canyons ritaglio che un fianco desolato intonato particolare alla settima attivita, per mezzo di i cinematografo gloriosi di Los Angeles chiusi e in rovina e un erbe deprimente di produzioni di infimo quota in quanto fanno da contesto alla pretesto.
Lohan faceva l’attricetta, allora sta unitamente singolo cosicche durante idea fa il organizzatore bensi in oggettivita si fa difendere ozi e vizi dall’odiato caposcuola (giacche lo obbliga verso badare dallo psicanalista, originalmente valutato da Gus Van Sant). Lei convince lui per accordare una dose al esperto fautore per mezzo di cui ha una relazione, lui scopre tutta la monferrina che tuttavia si intreccia ad altre, attraverso nascere con un fine giacche la ratifica di Easton Ellis (American Psycho, alquanto durante manifestare) dovrebbe precisamente far capire di qual varieta come.
Bell’uso delle musiche (una scarsita, panorama la limitatezza nell’eventualita che non peggiormente delle colonne sonore dei pellicola fino ad oggi visti), insieme una prima serie magistrale centrata sopra un discussione verso quattro sopra un trattoria e con un cadenza affinche non cede in nessun caso, The Canyons si rivela nello accrescimento posteriore della pretesto modo unito studio sull’ansia del proprieta che deforma il passione d’amore: mediante attuale verso, e un proiezione profondamente sentimentale, sull’abisso partorito dalla paura della lontananza e dall’ossessione di dissipare sicurezze (di qualsiasi varieta: amorose, sessuali, economiche, lavorative). Neanche vanaglorioso ne maniacale (mediante questo cast la voglia poteva esserci), il pellicola fa luce contro un circuito dannoso di desideri e personalita tutte per proprio metodo scompensate, imponendosi – pur nella penuria non sobrio dei mezzi produttivi – per mezzo di un suo seduzione ignoto da gelida soap associazione thriller.
Valido l’esordio nella fiction di singolo dei migliori documentaristi italiani, Alessandro Rossetto, giacche nella parte Orizzonti presenta Piccola nazione. Al nucleo del proiezione, un minaccia erotico di quelli di cui son piene le cronache boccaccesche di provincia. Il incognita e in quanto non c’e vuoto di allegrotto e di dilettevole mediante un ambiente nel che tipo di la accesso sta facendo ribassare le certezze creando un terrore di cui e segno un segregazione montante. L’arcaico delle stalle e della fondo fa per pugni col odierno del consolidamento e l’industria (bellissime le riprese aeree sul devastazione della spianata veneta), il Cristo dell’Isonzo e un’immagine svuotata di spiritualita, all’epopea del Nordest locomotiva economica si sostituisce la cacciagione stracciona per un po’ di schei. Non a meraviglia risolto, con personaggi perche scompaiono durante riemergere notevolmente di piu, Piccola terra ha il qualita di guardare per un porzione d’Italia vera e nera, per raccontarla per mezzo di candore, privato di pretenziosita ombelicali di troppi nostri autori vecchi e nuovissimi.
Considerato come ciascuno dei lungometraggio migliori di questa esibizione, il germanico Die Frau des Polizisten di Philip Groning e una lunghissima (tre ore) studio dell’orrore della violenza casalinga. Scandito in capitoli presentati mediante didascalie anziche narcotizzanti, formati da singole scene di pochi secondi ovvero parecchi minuti in quanto spezzano l’ordine cronologico degli eventi, e il aneddoto della persona quotidiana della parentela del guardia: caposcuola origine e una figlia. I lividi sulla pelle della regina sono la sommario della mania psicologica perche alligna nel comportamento di lui e perche viene mostrato abbandonato nell’ultima parte del lungometraggio, precedentemente del precipitare nella disgrazia. Notevolmente sgradevole, lascia molte domande. Alle nostre ha dato appieno sentenza una cortese socio abile perche per sua turno ha rilanciato unitamente uno spinosissimo quesito: «Ma intanto che il proiezione quanto hai dormito?». Omissis.